Prendere il sole fa male? I consigli per evitare seri danni alla pelle

Ogni anno, quando si arriva in estate, in tv, sul web e adesso anche sui sui social si scatena l’eterno dibattito: prendere il sole fa bene o fa male? Per rispondere a questa domanda potremmo fare un paragone con una bevanda assai cara a noi italiani. Il sole è un po’ come il vino: a piccole dosi fa bene, in grandi quantità può fare danni.

L’esposizione al sole infatti porta numerosi benefici al nostro organismo: non solo migliora l’umore, ma soprattutto è indispensabile per la sintesi della vitamina D, fondamentale per la mineralizzazione delle ossa e quindi per il calcio.

Un altro vantaggio del sole è che ideale per il trattamento di numerose malattie cutanee, quali per esempio la psoriasi, la dermatite atopica o la dermatite seborroica.

Per affrontare correttamente l’esposizione al sole, è fondamentale conoscere la propria pelle, ma soprattutto conoscere il tipo di reazione presenta dopo un’esposizione ai raggi UV più o meno prolungata.

I rischi di un’esposizione non corretta

Quando si parla di danni provocati dal sole, è bene sapere che il problema sostanziale è proprio l’abbronzatura. L’obiettivo primario di tutte le persone che si espongono al sole è abbronzarsi, ma questo è un comportamento fondamentalmente sbagliato.

L’abbronzatura infatti è un meccanismo che la pelle mette in atto per difendersi da un’eccessiva esposizione al sole, una reazione del nostro organismo che andrebbe dunque evitata.

Il sole provoca due tipi di danni: precoci e tardivi. I danni precoci sono prevalentemente eritemi e scottature; i tardivi invece sono provocati da un danno del DNA cellulare e quando l’organismo non è più in grado di riparare questi danni, compaiono quelle che sono definite lesioni precancerose, quali le cheratosi attiniche, o i tumori cutanei, come ad esempio il melanoma.

Il fattore di rischio principale del melanoma sono proprio le scottature, soprattutto quelle prese in età infantile e adolescenziale. Vanno evitate in maniera assoluta, perché esiste una relazione diretta tra numero di scottature e probabilità di sviluppare un melanoma nell’età adulta, problematica che può presentarsi anche a distanza di venti o trent’anni dalla scottatura.

Un altro danno tardivo che provoca il sole è il foto aging, cioè l’invecchiamento precoce della pelle con perdita di idratazione, elasticità e comparsa di rughe profonde o discromie (conosciute come macchie della pelle).

Cosa fare per evitare i danni più gravi

Parlando di abbronzatura, l’ideale sarebbe cercare di ottenerla leggera, esponendosi al sole gradualmente e nell’arco di più giorni. È fondamentale quindi evitare di stare al sole nelle ore di maggiore irradiazione, cioè dalle 11 alle 14. Stando una giornata al mare o in piscina, evidentemente appare difficile riuscire ad allontanarsi per un così ampio periodo di tempo, per cui il consiglio per proteggersi quello di indossare cappellino e maglietta (meglio scuri, perchè i capi chiari lasciano passare i raggi).

Per gli stakanovisti del sole allora diventa indispensabile applicare assiduamente le corrette creme solari, ma attenzione: vanno applicate uniformemente su tutta la pelle, non soltanto su alcune zone (molte persone mettono la crema solo per proteggere i nei) e bisogna ripetere il procedimento almeno ogni due ore e sempre dopo aver fatto il bagno o se si è sudato molto.

Un altro utile consiglio è quello di evitare di esporsi al sole con il viso truccato, così come non bisogna applicare deodoranti e profumi prima di stendersi. Attenzione anche ai farmaci: alcuni possono avere una certa fotosensibilità, quindi risultare tossici o provocare allergie in caso di prolungata esposizione ai raggi UV.

La soluzione per rigenerare la pelle

Seguendo alla lettera i consigli che abbiamo indicato in questo articolo, con tutta probabilità eviterai eritemi o scottature, ma in alcune circostanze una disattenzione può capire.

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