Sono uno degli inconvenienti legati alla corsa o al cammino prolungato più fastidiosi e dolorosi che possono capitare. Certo, ce ne sono sicuramente anche più gravi, ma quello delle vesciche ai piedi resta un disturbo assolutamente da non sottovalutare in quanto, se trascurato o trattato nel modo sbagliato, può trasformarsi in un problema di maggior entità.
Ma che cos’è una vescica? Si tratta di una reazione di autodifesa dell’organismo, in particolare della pelle, in seguito alla sollecitazione dell’attrito provocato da un eccessivo sfregamento della cute.
Il corpo risponde producendo liquido (plasma e altri fluidi corporei) nella zona soggetta alla frizione, cercando di creare un cuscinetto morbido (una “borsa” piena di liquido) per diminuire lo sfregamento. Questa sacca ha inoltre la funzione di impedire il contatto dei batteri con la ferita, riducendo il rischio di possibili infezioni.
Sfortunatamente il liquido crea una notevole pressione sulla pelle, sotto e intorno, provocando dolore e fastidio. Può capitare anche che la vescica si riempia di sangue: ciò avviene quando lo sfregamento coinvolge non solo lo strato molto superficiale della pelle, ma anche i piccoli capillari che si trovano appena sotto.
Per complicare le cose, l’effetto di sfregamento che scatena la formazione delle vesciche può essere ampliato da altri fattori, come avere il piede umido o correre a ritmi elevati e per lungo tempo.
Questa è la ragione per cui alcuni podisti soffrono di vesciche ai piedi soltanto nel corso delle maratone o di gare particolarmente lunghe e non in allenamento. In alcuni casi specifici, la presenza di una vescica può essere aggravata anche da fattori anatomici, come un callo, un dito a martello o dalla forma anomala, o da patologie più serie come una spina calcaneare.
Forma del piede e consigli per trattare le vesciche
Potremmo definire il piede come un autentico capolavoro di ingegneria, visto che parliamo un arto composto da 26 ossa sostenute da muscoli e legamenti. Incredibilmente però, può avere un aspetto molto diverso da individuo a individuo.
Se si escludono difetti strutturali o inestetismi, il piede viene definito a seconda della conformazione delle dita in “greco”, “egizio” o “romano”. Le diverse forme certamente non incidono minimamente su salute ed equilibrio, ma inevitabilmente possono rendere più o meno agevole indossare determinati tipi di scarpe.
Ecco perché saper scegliere la scarpa in base al proprio tipo di piede può fare la differenza nella comparsa o meno di piccoli disturbi come arrossamenti, infiammazioni dei tessuti, formazioni callose e così via.
Quando scegli una scarpa, assicurati che:
- abbia le punte arrotondate, evita invece ai modelli sottili che predispongono alla formazione dell’alluce valgo;
- abbia la possibilità di estrarre la soletta esistente per sostituirla con un plantare anatomico specifico;
- sia larga almeno 8 mm in più rispetto alla misura del tuo piede;
- sia lunga 1cm più del piede. La lunghezza va calcolata dal dito più lungo, non necessariamente l’alluce;
- sia dotata di suola antiscivolo;
- il tacco sia alto 3-4 cm per la donna, 2-2,5 per l’uomo;
- sia dotata di lacci, velcro, fermagli o fibbie per la regolazione della calzata in base alle esigenze del piede;
- sia stata realizzata con materiali traspirabili, non sintetici, per non stimolare eccessiva sudorazione. Ricorda: ogni stagione ha la sua scarpa!
Una volta che la vescica si è formata, il rimedio più efficace in assoluto è utilizzare cerotti idrocolloidali o idroattivi, che agiscono creando un ambiente umido intorno alla lesione favorendo la rigenerazione delle cellule più rapidamente.
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