Salute intestinale, l’importanza del microbiota

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Con il termine microbiota intestinale si indica l’insieme dei microrganismi commensali residenti nell’organismo umano. Questi microrganismi sono presenti in tutti i distretti anatomici a contatto con l’ambiente esterno (la cute, le vie aeree superiori o il tratto uro-genitale), ma la loro massima concentrazione si riscontra proprio nel tratto gastrointestinale. Parliamo infatti di un numero enorme, di almeno 10 volte superiore al numero complessivo di cellule presenti nel nostro organismo.

Il microbiota intestinale svolge alcune funzioni fondamentali ed essenziali per la vita umana. Ha una funzione protettiva, in quanto agisce da barriera selettiva contro la proliferazione dei batteri patogeni; funzione di produzione e sintesi di vitamine; funzione di completamento del processo digestivo; funzione di allontanamento di sostanze tossiche e di regolazione del transito intestinale.

Soprattutto svolge anche un ruolo fondamentale nella regolazione del nostro sistema immunitario: il sistema immunologico intestinale viene infatti stimolato e tenuto in allenamento dalla flora batterica, la quale a sua volta viene tollerata dalle nostre difese immunitarie.

Ognuno di noi ha il proprio microbiota, utilizzato anche come sinonimo di flora intestinale, ed è una sorta di impronta digitale vera e propria. Da non confondere con il microbioma, che oltre al numero di microrganismi presenti a livello del colon (microbiota), comprende anche il patrimonio genetico relativo.

Squilibrio del microbiota: la disbiosi

Quando il microbiota o flora intestinale è in perfetto equilibrio, si trova nella condizione di eubiosi. Tuttavia, in alcune situazioni possono prevalere i germi cosiddetti patogeni.

Di solito l’80% dei batteri non rappresentano una minaccia, come ad esempio i lattobacilli e bifidobatteri, mentre il restante 20% sono potenzialmente nocivi (in particolare gli Escherichia coli).

Quando prevalgono germi potenzialmente si parla di disbiosi, un’alterazione della flora intestinale. In queste condizioni possono manifestarsi sintomi a proprio a livello dell’intestino: alitosi, meteorismo, pancia gonfia, diarrea, stitichezza, dolori addominali ricorrenti.

Possono esserci poi manifestazioni più generali, in quanto una delle conseguenze della disbiosi è l’indebolimento della barriera intestinale che lascia passare sostanze nocive che possono causare malattie allergiche, patologie autoimmuni, forme reumatiche e così via.

Dieta, probiotici e prebiotici per contrastare la disbiosi

Parlando di intestino non si può partire dall’adozione di una dieta sana ed equilibrata come primo passo per contrastare la disbiosi. I consigli sono più o meno quelli di sempre: evitare cibi grassi o fritti, consumare alimenti ricchi di fibre (cereali integrali, legumi, frutta, verdura), limitare la carne ma soprattutto evitare pasti abbondanti.

L’intervento sulla popolazione microbica intestinale può essere effettuato mediante prebiotici, probiotici o simbiotici (questi ultimi costituiti da una combinazione di prebiotici e probiotici).

I prebiotici sono rappresentati da sostanze resistenti all’acidità gastrica, all’idrolisi da parte degli enzimi e non assorbiti dal tratto gastrointestinale superiore, che stimolano la crescita di specie microbiche che risultano benefiche per la salute.

L’utilizzo di probiotici invece inibisce l’aderenza degli agenti patogeni alla mucosa, migliora la funzione di barriera dell’epitelio e della mucosa intestinale, aumenta la produzione di immunoglobuline e induce la regolazione della secrezione delle citochine

Gli alimenti ricchi in prebiotici sono soprattutto le fibre, gli ortaggi, la frutta ma anche il tè. Gli alimenti ricchi di probiotici invece sono quelli che contengono questi batteri vivi che hanno un effetto favorevole sul nostro organismo e si trovano nel latte, nei latticini, nello yogurt e nel kefir.

Un’alimentazione varia e salutare è fondamentale per mantenere un microbiota sano. Tuttavia, i ritmi di vita stressanti, i cibi raffinati, le infezioni tendono a ridurre la varietà del microbiota, indebolendolo, per cui diventa necessario integrarlo affinché si mantenga sano ed in equilibrio.

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